TeATrO

Perché ogni tanto è bello anche far piangere oltre a far ridere

Indiscutibilmente è stata tutta colpa di mia madre! Mentre le mie amiche uscivano dalla finestra del bagno truccate di tutto punto per andare a ballare a me mia madre  aveva regalato un abbonamento alla stagione teatrale dell’unico teatro che abbiamo in questa ridente cittadina.
La stagione teatrale fu meravigliosa. Lì incontrai per la prima volta Pirandello e i suoi personaggi in cerca d’autore e scoprii che alcuni attori che vedevo in tv e che trovavo deprimenti, in teatro prendevano una luce tutta diversa. Mi ci volle poco a capire che il teatro per me era magia.
Ho dedicato tutti i miei studi al teatro, ma non era sufficiente.
Per anni ho lavorato come macchinista e se non avessi due cani, è un lavoro che rifarei in qualsiasi momento, a parte per qualche piccolo difettuccio di orari, che sai quando inizi e non sai quando finisci, ma sai che ad un certo punto devi andare in scena e questo mette una leggera ansia.
Adoro l’odore della polvere e non è un tocco poetico, in teatro c’è pieno di polvere. Adoro la graticcia e guardare verso il basso mentre inchiodi l’opera scenografica di qualcuno. Amo l’ingengo. Adoro la recitazione in ogni sua forma, ma si, anche la peggiore. Recitare è un atto di estremo coraggio!

Ogni volta che mi perdo torno al teatro come si torna in chiesa.

Adoro la vita di compagnia, recitare insieme, respirare insieme. Condividere lo stress di uno spettacolo con qualcuno è come un legame di sangue.
Ho le mie piccole ambizioni in questo campo e un po’ alla volta le sto realizzando. Non ho molta fretta, superati i 33 anni non era più figo morire giovani e siccome sarebbe stato comunque un copiare, ho deciso che il mondo si libererà di me molto molto molto tardi e per farlo ho elaborato una serie infinita di progetti in modo da non finire mai le cose da fare e quindi non avere tempo per passare all’aldilà.

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